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Mettiti comoda/o e prenditi qualche minuto di tempo… Questo è tutto quello che devi sapere sui Tarocchi…
I Tarocchi sono un tipo di carte usate a scopo divinatorio particolarmente diffuse in Europa. La prima documentazione certa dell’uso dei Tarocchi risale alle corti signorili dell’Italia settentrionale, dove venivano usati come gioco di carte, e solo successivamente, intorno al 1700 cominciarono ad essere usati a scopo divinatorio. In realtà stabilire con precisione l’origine dei Tarocchi è un’impresa ardua, la loro storia ed evoluzione ha origini ben più antiche, presentando significati e simbolismi riconducibili alla cultura Egizia, Ebraica, Indiana, Assira.
Il mazzo più utilizzato ai giorni nostri è rappresentato dai Tarocchi Medievali, contenenti 78 carte, suddivise in 22 Arcani Maggiori ( o “Trionfi”) e 56 Arcani Minori.
Gli Arcani Maggiori sono un gruppo di carte illustrate con figure simboliche, che mostrano una iconografia di chiara derivazione cristiana. Sono le 22 carte più importanti del mazzo: la parola Arcano significa ‘Segreto’. Quindi gli Arcani Maggiori (detti anche “Trionfi”), sono le carte che racchiudono i segreti maggiori, ovvero più importanti, dell’intero mazzo. I Tarocchi rappresentano un punto di riferimento fondamentale per gli studiosi di esoterismo che vedono nei 22 Trionfi, o Arcani Maggiori, le tappe di un percorso di iniziazione.
E in effetti queste carte racchiudono i segreti maggiori, concentrano e riassumono tutta la saggezza dei tarocchi e sono un magnifico compendio dei segreti, appunto, delle varie vicende e problematiche dell’ uomo, indicano le situazioni o i sentimenti che in quel momento sono importanti per il consultante, la strada da percorrere per arrivare al traguardo desiderato, gli ostacoli che potrebbero esserci lungo il cammino e l’esito finale di ogni quesito.
Gli Arcani Maggiori sono un percorso composto da ventidue tappe lungo il cammino della vita e della conoscenza di se stessi, sono considerati “archetipi universali”, termine che deriva dal greco “arketipon”, che vuol dire primo tipo, prima forma o modello e rappresenta la categoria di tutte quelle idee primordiali e inconsce, comuni a tutta l’umanità, che si possono manifestare alla coscienza solo tramite immagini.
Gli Arcani Maggiori, come li conosciamo oggi, derivano dall’antico gioco medievale dei Naibi, carte da gioco usate a fini didattici e introdotte in Europa dagli Arabi.
Le figure erano realizzate dai vari artisti, secondo i simboli e le tradizioni del tempo, e rappresentano le condizioni dell’ uomo nella sua esistenza: i pianeti, le scienze, le virtù e i peccati del genere umano. In ogni Arcano Maggiore troveremo riferimenti a questi simboli, che coincidono, nella loro sequenza, alle varie fasi della conoscenza, delle azioni e delle emozioni umane, e cioè la rappresentazione delle strade che percorre l’esistenza umana.
Nella sua Psicologia Analitica, Carl Gustav Jung parlando del Processo di Individuazione, si occupa anche dello studio dei Tarocchi: non a caso, nella tradizione esoterica, gli Arcani Maggiori sono strettamente connessi con la ricerca profonda del Sé.
Ci troviamo di fronte ai ventidue modelli energetici fondamentali del nostro universo, rappresentazione delle tappe del cammino verso Dio, verso l’autorealizzazione e l’illuminazione.
Le restanti 56 carte sono dette Arcani Minori e sono divisi nei quattro semi della tradizione italiana (coppe, denari, bastoni, spade) o nei quattro semi della tradizione francese (cuori, fiori, quadri, picche). Nonostante vengano definiti ‘minori’ questi arcani racchiudono tuttavia preziose indicazioni e consigli e un bravo Cartomante non può prescindere dalla loro interpretazione.
Ogni seme comprende le carte dall’Asso al 10 e le cosiddette carte di Corte, ovvero il Fante, il Cavaliere, il Re e la Regina.
I 56 Arcani Minori sono solo un approfondimento, riportato su un piano concreto e oggettivo, dei 21 Arcani Maggiori, che sono carte molto indipendenti nelle loro forti simbologie e possono bastare, in una divinazione, a dare una risposta chiara anche da sole. Inizialmente questa aggiunta avvenne solo a scopo ludico: il mazzo era utilizzato anche per divertimento e passatempo, non solo per pronosticare eventi futuri. La loro diffusione ed utilizzazione si è venuta estendendo nel tempo, fino ad arrivare a far parte integrante della cartomanzia moderna. La denominazione “Arcano Minore” proviene dal fatto che il loro valore simbolico è considerato di minor importanza rispetto alla ricchezza emblematica degli Arcani Maggiori.
In realtà gli Arcani Maggiori sono carte complete già da sole, rappresentano il vero strumento del cartomante, perché comprendono tutte le combinazioni di fatti psichici e spirituali, a differenza degli Arcani Minori, il cui significato resta confinato a particolari dettagli, più che a concetti sostanziali.
Nelle divinazioni e in cartomanzia gli Arcani Minori non vanno mai usati e interpretati da soli, cosa che invece gli Arcani Maggiori permettono di fare. Un pronostico può essere valido e completo usando solo gli Arcani Maggiori, anche se quelli minori possono aggiungere dei particolari importanti e circostanziare l’ambito del discorso, dandogli una collocazione più dettagliata. Se non in casi speciali, è sbagliato ritenere che vi sia, col minor numero delle carte, minore possibilità di combinazione, di comprensione del futuro, come del presente, o del passato. In realtà, gli Arcani Maggiori sono pienamente sufficienti a dare una valida indicazione di tutte le situazioni, sia generali che particolari, grazie alle infinite possibilità di combinazioni ed interpretazioni, che possono assumere. Gli Arcani Minori assumono rilevanza nell’istante in cui si necessita di una serissima precisazione, di un’indicazione più specifica, più “fisica”.
La tradizione classica fa corrispondere i significati emblematici delle quattro serie degli “Arcani Minori” con il simbolismo dei quattro elementi essenziali:
Inoltre ai semi degli Arcani Minori corrispondono quelli delle carte da gioco moderne:
In tutti i mazzi di carte da gioco ritorna questa simbologia degli elementi vitali: il denaro, i sentimenti, le “armi” di difesa, il male. E non per niente si attribuiscono a ciascun seme, quattro carte con raffigurazioni umane esplicite; raffigurazioni di potere (come per la Regina ed il Re), di servizio in obbedienza (lo Scudiero), di difesa (il Cavaliere), ma al tempo stesso di coppia, come generatrice di vita.
Inoltre, bisogna tener presente che, ognuno dei semi degli Arcani Minori esercita la propria influenza su un determinato aspetto della vita:
Ogni carta ha un preciso significato, riferito al seme di appartenenza. Per una corretta interpretazione, c’è da dire anche che ogni numero dà un significato diverso e quindi risulta utile conoscere il significato del simbolismo numerico delle 10 carte e delle 4 figure, tenendo conto che i numeri dispari sono maschili, forti, indice di vittoria e molto positivi; mentre quelli pari sono femminili, sfavorevoli, portatori di cambiamenti, trasformazioni.
Prima di affrontare l’argomento dei diversi semi, è dunque opportuno parlare del simbolismo dei numeri.
Asso: Simbolizza l’inizio di ogni cosa, la vita, la forza, il coraggio, la creazione, un buon esito.
Il Due: Simbolizza il dualismo, il bene e il male, l’ambiguità del comportamento. Essendo numero femminile, esprime dolcezza, armonia, ambiente casalingo, oppure furbizia, irritabilità, instabilità, infedeltà.
Il Tre: Indice di creazione, realizzazione, abbondanza, dinamismo, ottimismo, produttività.
Il Quattro: Simbolo di solidità , stabilità conseguita dopo un duro lavoro, il progredire di ogni cosa.
Il Cinque: Simbolizza la libertà d’espressione, pensieri, azioni, amore, passione, imprevisti e avventure.
Il Sei: Simbolo di equilibrio di lavoro, di solidità in amore, ma in negativo porta instabilità, insicurezza, infedeltà, divorzio.
Il Sette: Simboleggia il successo, l’armonia, pace, riuscita, in ogni progetto. Numero di perfezione molto benefico, porta alla conquista e alla realizzazione.
L’Otto: Indice di stabilità, o instabilità a seconda del seme e del diritto o rovescio, morte e rinascita, verità e giustizia.
Il Nove: Riflessione spirituale e materialista. Rappresenta compassione, e disponibilità, lontananza.
Il Dieci: Fortuna, trionfo, inizio e fine, raggiungimento degli obbiettivi.
La figura del Cavaliere rappresenta il movimento, il dinamismo ed è riferito ad un uomo dai 25 anni ai 30 anni
A prescindere dal seme della carta, il Fante simboleggia la possibilità che qualcosa di molto importante riesca a concretizzarsi. Rappresenta inoltre la tendenza all’introspezione, momenti di passività e tranquillità. Il Fante inoltre, è sempre riferito ad un uomo o donna di giovane età, dai 15 ai 25 anni.
Il Re è un simbolo di forza e di potere: rappresenta il consolidamento definitivi dell’azione che era stata iniziata dai fanti e realizzata dai cavalli. il Re appartiene al piano del potere e del dominio. Da un punto di vista esoterico e magico, il Re è considerato una minaccia per l’equilibrio e la moderazione della figura della Regina.
La Regina indica la capacità razionale e simboleggia la superiorità della saggezza sulla stupidità. Si riferisce a una donna di età dai 30 anni in su.
I Tarocchi sono lo strumento ideale per la Cartomanzia, vista la ricchezza allegorica e simbolica delle raffigurazioni presenti sulle carte. Nella Cartomanzia gli Arcani Maggiori rappresentano le carte più significative.
Passato presente e futuro possono quindi rivelarsi al bravo Cartomante che sa interrogare queste carte in maniera seria e professionale, così da poter offrire, alla persona che ne ha bisogno, consigli preziosi. Fare un Consulto di Cartomanzia è un’arte che richiede molta preparazione ed esercizio per saper cogliere i messaggi che vanno oltre il semplice significato delle figure descritto dagli Arcani.
I Tarocchi diventano in questo modo la luce che illumina la nostra strada, indicandoci se la via che stiamo percorrendo è quella giusta.
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“Le tarot de Marseille” sono tra i più antichi e famosi mazzi di carte per pronosticare il futuro. Cominciarono a girare in Europa alla fine del 400 e sembrano derivare da antiche simbologie espresse nel Libro di Enoch, testo apocrifo di origine giudaica, redatto nel I secolo a.C.
Gli antichi Tarocchi di Marsiglia sono un insieme costituito da una grande quantità di giochi differenti, che hanno in comune l’origine marsigliese, città in cui molti mastri cartai produssero , dal 1700 in poi, questi meravigliosi mazzi secondo un canone simile nei tratti e nei colori .
Giordano Berti, nella “Storia dei Tarocchi” scrive :“Nonostante il nome che li distingue, i Tarocchi marsigliesi non sono nati a Marsiglia. In effetti questa città non è mai stata il massimo centro di produzione dei Tarocchi. L’aggettivo marsigliese entrò nell’ uso a partire dal 1930, quando la ditta Grimaud, per iniziativa del suo direttore, Paul Marteau, produsse una riedizione del gioco di Nicolas Conver, stampato a Marsiglia nel 1760 (…). Ma prima di Conver molti altri fabbricanti, non solo a Marsiglia, stampavano Tarocchi dello stesso tipo, imitando un modello che era divenuto ormai comune.”
Gli storici delle carte da gioco sono concordi nell’ affermare che il prototipo dei Tarocchi marsigliesi sia il mazzo prodotto a Parigi da Jean Noblet verso la metà del Seicento. Tuttavia, gli stessi studiosi sostengono che tale incisore non avesse inventato niente di nuovo, avendo elaborato un mazzo preesistente basato sulle figure degli antichi tarocchi milanesi.
Gli studiosi affermano che Il mazzo di Noblet, “segna un ulteriore passo in avanti nella creazione del modello marsigliese e al tempo stesso fa un salto indietro di oltre un secolo. Molte figure sembrano, infatti, copiate dal foglio Cary, vale a dire dai tarocchi milanesi del primo Cinquecento, i Visconti-Sforza. Tuttavia, non essendo giunti fino a noi né un mazzo completo di tarocchi milanesi , né uno di tarocchi francesi dei secoli XVI e XVII, non è possibile sapere fino a che punto Noblet si staccò dal modello che aveva adottato.”
Gli studiosi condividono il fatto che non sia possibile affermare che i Tarocchi di Noblet siano stati i primi, a presentare dalle caratteristiche tipiche dei marsigliesi. Semplicemente scorrendo le liste dei mastri cartai francesi, ci si rende conto di quanti mazzi siano oggi totalmente scomparsi senza lasciare alcuna traccia. Solo per questo fatto, dunque, è già possibile ipotizzare che, prima di Noblet, nel sud della Francia, siano stati prodotti altri giochi di Tarocchi.
Un altro mazzo di Tarocchi di Marsiglia, vicino per data a quello di Noblet, sono i Tarocchi di François Chosson (di cui si conserva un esemplare completo all’Historisches Museum di Solothurn, in Svizzera). Questo mazzo è stato definito dagli storici quale gioco marsigliese a tutti gli effetti. Il nome del fabbricante e la data di produzione (1C72, interpretabile come 1672) appaiono, come di consueto, sul 2 di Denari. Nel 2001 è stato dimostrato che la sua produzione è avvenuta a Marsiglia. Questa scoperta è stata di grande importanza perché ha consentito di retrodatare la produzione del più antico gioco marsigliese al 1608, laddove, convenzionalmente, era stata fissata un centinaio di anni dopo.
Un altro modello tra i più conosciuti e degni di nota dei tarocchi di Marsiglia , fu inciso su legno dal francese Claude Burdel nel 1751.
Egli aveva contrassegnato Il Carro con le sue iniziali, mentre la sua firma per esteso compare sul 2 di denari. Le figure sono intere e , relativamente agli Arcani maggiori , recano la denominazione in francese e sono contrassegnati da numeri romani. La morte non aveva nome. Le scritte erano in un francese sgrammaticato, spesso privo di accenti e apostrofi. Gli abiti delle figure, pur nella loro forte stilizzazione, si riferiscono a prototipi rinascimentali. Il mazzo fu poi rielaborato correttamente dal francese Grimaud, e ristampato nel XIX secolo.
In generale, i Tarocchi di Marsiglia hanno la caratteristica di avere un canone comune, cioè un insieme di connotazioni, di tratti, di disegni e di colori che li rendono omogenei tra loro. Possiamo distinguere così due grandi gruppi: I Tarocchi di Marsiglia classici e i Tarocchi detti di Marsiglia.
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